Vivere a Barcellona
Vivere a Barcellona: com´é?
Sono arrivata a Barcellona 4 anni or sono e dopo aver vissuto sotto la campana di vetro di mamma e papà sono passata sotto quella di un fidanzato un po’ più grandino di me che mi coccolava come una principessina. Finita l`università e terminato il ruolo di principessina ho deciso di fare un po’ quello che mi frullava per la testa da tempo e non avevo mai osato: andarmene dal luogo che amo e allontanarmi dalle persone che adoro per avere quelle possibilità che Napoli non mi offriva…
E allora dopo essere stata la figlia di…la sorella di.. la fidanzata di… sono diventata persona. Persona che vive, sente, decide tanto le sue disfatte come i suoi trionfi. Sono diventata forte come qualsiasi persona lo diventa automaticamente quando arriva all’estero e non può neanche cercarsi una stanza per telefono perché non capisce la lingua…
L’inizio è stato difficile e triste, un conto magro in banca, nessun amico e senza casa. Per non parlare del lavoro, non potevo permettermi nemmeno di inviare un curriculum in uno studio di architettura perché mi mancava la conoscenza basica dello strumento di lavoro: autocad. Avevo fatto una facoltà più romantica che tecnica, o meglio avevo avuto professori più lirici che pratici come Nicola Pagliara e Antonio Rossetti, due pilastri della facoltà e avere un 30 sul libretto con la loro firma era il massimo. Ma avevano proibito l’uso del pc fin dalle prime lezioni e noi più stupidi di loro a seguire la linea pittorica fatta di cartoncini e pastelli.
Le lezioni erano letture di poesie e un susseguirsi di diapositive per analizzare colori e materiali di architetture dei grandi, tutto fatto di sogni e poca grammatica professionale. Bello per carità ma poco funzionale al momento di uscire dalla facoltà per cercarsi un lavoro. Tanto in Italia come in Spagna…..
Spero davvero, che le nuove generazioni di studenti abbiano più cervello e chiedano ai professori di stare meno col culetto sulla sedia e di fare più visite ai cantieri….
Questa non vuole essere una polemica su quello che è stato il metodo di insegnamento dei miei professori universitari ma semplicemente la spiegazione al mio duro decollo ancora oggi, nel campo professionale. Ieri mattina sono andata a fare un colloquio nello studio associato a Domenique Perroult, il quale ha appena avuto un incarico di un paio di edifici a Diagonal Mar, una delle zone in crescita di Barcellona. Risposta dell’architetto: “guarda in questo momento abbiamo bisogno di qualcuno che faccia tanti renders e a tempo di record….” Nel frattempo rispetto a 4 anni fa ho imparato a dominare autocad in tutte le sue versioni e almeno in 4 lingue ma il 3d ancora non risponde all’appello, perché chiaramente la mia indole felice e spensierata mi vietava di mettermi la sera, dopo 8 ore al lavoro, davanti al pc per imparare il 3d studio…..
Vivere a Barcellona com´é? Beh bello, si conosce tanta gente, c´é il mare bellissimo a due passi, possibilitá di lavoro. Ma la situazione é interessante adesso, chissá fra qualche anno.
hasta pronto y muchos besos
gli amici sono la tua memoria
Cara Giordana,
forse avevamo dodici anni… qualcosa come
19 anni fa, quando i tuoi mantelli coloratissimi, ereditati dalla collezione materna, coloravano l’affollatissima fermata dell’autobus dove si accalcavano frotte di scolaretti di una provicialissima scuola media di periferia: quei colori nella grigia periferia parevano una folata di vita primaverile su una distesa di sabbia vesuviana…
Quindici anni invece da quando facevamo la strada insieme per il liceo , il tuo artistico a via Settembrini, il mio scientifico a via Foria, mi sconvolgevano, insieme alle tue prime sigarette abusive, l’imprendibilità della tua attenzione, l’ecclettismo delle tue argomentazioni… … Ancora e per gli stessi motivi mi sconvolge il turbine della tua personalità che se negli anni Novanta cavalcava l’etere attraverso le onde radio di Radio MArte, ora scavalca i confini nazionali col web… … gli anni non hanno intorpidito la tua persona, oltre che coloratissima, resta chiara e trasparente più di me… anche se mi resta lecito chiederti… “? dove sei stata e cosa hai fatto mai , e quante braccia ti hanno stretta per diventar quel che sei…”…
Gino mi ha segnalato l’esistenza del tuo Blog… Non potevo esimermi dall’intervenire.
Finalmente architetto, anche se pasticciando, mi trovo ora, non ci crederai, papà di una bimba (Chiara 2 anni) e un bimbo (Tommaso 1 anno)…
povero in canna, sono in continua ricerca di ingaggi… di ogni tipo …
Qual’ora ti stancassi della ventura, sai bene che la tua città resta povera di lavoro ma ricchissima di affetto e di affetti … e se non si vive di solo pane puoi contentarti di vivere bene solo di affetto.
ci avrei giurato!!!!
carissima giordana come stai !?
alcune settimane fà, sul diario londinese di federico ho letto gli interventi di una esplosiva ragazza italiana in quel di barcellona…tale giordana! ho immaginato di conoscerla quella ragazza il cui nome mi riportava alla memoria il ricordo di un’amica,compagna e prossimamente collega! mi è sembrato di udirne la voce e il tono ancora più familiari!
ho percepito un sorriso gioioso come quelli stampati sul volto dei bambini quando al lunapark mangiano lo zucchero filato, misto di felicità ed incredula sorpresa!
poi stasera leggo il blog da barcellona….interessante , foto eloquente
ed inequivocabile….con conseguente lungo e profondo tuffo al cuore!
è la giordana che conosco! che piacere
“ri-trovarti” !!! benchè tua madre di tanto in tanto mi fornisce tue notizie e una volta anche il tuo indirizzo di posta elettronica
confesso la mia scarsa attitudine ai rapporti
epistolari! stasera è diverso l’evento merita, oltre naturalmente al piacere di sentirsi!
potenza e grandezza di internet! cara giordana quanti ricordi riaffiorano in questo momento, che bello sono veramente felice
ti invio un grandissimo bacio a presto
gino