Berlino dista da Amburgo solo 3 ore di autobus, eppure non ci andiamo cosi spesso. Dovremmo farlo di piú. Probabilmente adesso che ci si é trasferita una mia carissima amica, la visiteremo piú volte.
Per me andare a Berlino rappresenta un pó  una fuga dal perbenismo amburghese e dai luoghi comuni, alla ricerca di quelle realtà periferiche che,proprio grazie alla loro storicità e al loro decentramento, sembra vogliano riflettere l´inconscio rimosso di una nazione intera. Di Berlino mi piacciono tantissimo i musei e le gallerie, ma anche i locali e i ristoranti. Ce ne sono a bizzeffe e di tutti i tipi, si passeggia per strada e si ascolta il perenne tintinnio delle stoviglie e si inalano gli odori delle più esotiche cucine.

Ma é l´atmosfera generale che rapisce, l´eclettismo per le strade, l´audace architettura, la calma con cui camminano i berlinesi in certi quartieri.
Spesso  molte birrerie sono accomunate dagli antri bui dove in genere suonano band dai fianchi stretti il cui target é nettamente inferiore a quello del pubblico che li segue, e c´e gente con capelli lunghi e jeans attillati, ragazze che ballano, ondeggiano e bevono fiumi di birra.
La sera prima della visita al muro, siamo stati in un ristorante dipinto all´esterno con colori accesi, peró all´interno flebilmente illuminato, in sottofondo c´era un hip hop tedesco, l´aria si era rinfrescata.

Il giorno dopo con molta calma siamo andati al Muro. Una galleria a cielo aperto.

Le sensazioni che la rivoluzione dell´89 ha provocato negli animi, allora, sono vive nei movimenti plastici e nei colori dei murales, oggi come ieri.

Quella mattina il muro suonava come l´applauso fragoroso che copre l´accordo finale di una canzone.

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