Erano le sei di mattina quando ci siamo alzati per fare il test. Una fredda mattina di dicembre. Eravamo tornati da due settimane dal viaggio in Florida. Forse Miami ci aveva portato fortuna?
Dopo aver inserito il clearblu nel bicchiere di carta distolsi lo sguardo, mio marito invece aspettava e guardava.
Io guardavo lui. E in pochissimi minuti vidi i suoi occhi che ridevano. Ce l´abbiamo fatta pensai, stavolta Babbo Natale viene con un regalo grosso grosso, gigante!
E cosi sono passati quasi 10 mesi di attesa, di paure, di panico, di gioie, di eco, di tracciati, di analisi.
Il 2 settembre, con un parto indotto e dopo ben 12 giorni di ritardo sulla data prevista, é nato Gabriel.
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Si sa, ogni parto é una storia a se. Io venivo dalla splendida esperienza del parto di Daniel, 8 ore dal primo passo in ospedale all´ultima spinta, pochi dolori in quanto avevo l´epidurale.
Il martedi 1 settembre come deciso con il medico dell´ospedale la domenica anteriore ero in ospedale per il ricovero e l´induzione.
Giacché in Germania tutto quello che riguarda la sanitá in particolare sulle medicine e trattamenti vari deve passare prima per la via naturale, alle 10 del mattino come seconda colazione mi hanno generosamente offerto un ottimo cocktail a base di olio di ricino, olio di mandorle, succo do mela ecc…
Tra le controindicazioni c´era la possibilita di avere vomito e dissenteria, ma fortunatamente non ho avuto nessun sintomo, nessun fastidio ma nemmeno nessun inizio di travaglio.
La sera alle 20 mi hanno somministrato un medicinale che in genere provoca l´effetto desiderato circa l´induzione al parto, ma dopo due-tre ore, quando ancora non succedeva nulla, mio marito é tornato tranquillamente a casa.
In quegli ultimi giorni pre-parto avevo divorato Che la festa cominci, un libro di Niccolo Ammaniti e quella sera pur mancando solo poche decine di pagine, mi sentivo stanca con micro contrazioni, spensi la luce verso le 23.30. Nella camera della clinica ero sola, l´altro letto era vuoto, avrei avuto compagnia l´indomani.
Alle 1.42 mio fratello mi manda un messaggio su whatsapp per sapere se c´erano news. Si c´erano, proprio dopo essermi svegliata col beep del telefono avvertii un dolore forte al basso ventre. Ci siamo pensai, ci siamo gli scrissi.
Presi poche cose, il telefono, il cardigan, le pantofole e salii al piano superiore. Le ostetriche mi accolsero con simpatia, evidentemente mi stavano aspettando. Le sale parto erano completamente vuote “ dove vuoi partorire cara? Scegli la sala!” mi disse una di loro. Ridemmo tutte. A quel punto quando mi confermarono che era arrivato l´inizio del mio travaglio chiamai mio marito. Arrivó in 30 minuti, un terzo della durata del mio parto. Adesso che lui mi inumidiva la bocca e mi stringeva la mano mi sentivo psicologicamente meglio ma continuavo ad imprecare che volevo la benedetta anestesia epidurale. L´ostetrica era israeliana, corporatura forte, i capelli corti lasciavano intravedere una fronte fiera e alta. Il suo impegno é stato grande e la sua tenacia epica. Con gentilezza mi spiegava che all´ínterno del reparto c´era solo un medico e aveva una grave prioritá a cui badare, per cui non poteva venire. Mi stringeva la mano e mi dava tantissimo coraggio.
Fece anche una telefonata alla dottoressa e quando interruppe la conversazione capii che non c ´era nulla da fare. Stavolta niente anestesia. Ma la presa di coscienza della brutta notizia fu illuminata da un´altra bellissima. “ é bello partorire in modo naturale e tuo figlio prima di mezz´ora sará giá nato, resisti”.
Ah, avrei voluto dire all´ostetrica, e tu cosi me lo dici? Me lo potevi dire prima che eravamo in dirittura d´arrivo, la cosa avrebbe aiutato la mia psiche e non poco.
I racconti del parto assumono nella memoria e nei ricordi, una vasta gamma di connotazioni: dall’eroico allo splatter, dall’idilliaco al melenso, dall’efficientista allo spirituale-mistico ma sono spesso accomunati dalla lunghezza dei tempi, per cui non ci si aspetta davvero di partorire in 90 minuti, dal primo dolore all´ultima spinta.
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Le contrazioni erano forti e ogni 2 minuti o addirittura meno. Pensavo ad una frase che avevo letto qualche giorno prima “ immaginate che le contrazioni sono semplici onde che attraversano il corpo e quando saranno tutte passate il bambino sará nato”.
Ad un certo punto l´istraeliana mi chiede giá di spingere. Ah peró, pensavo incredula, non mi ha mentito, ci siamo davvero.

Alle 3.20 é nato Gabriel. E sentire la sua venuta al mondo é stata la sensazione piu bella che si possa provare nella vita. Non ha pianto subito, ma quando ha pianto lo abbiamo registrato. Uan registrazione rapida che poi abbiamo mandato alla nonna subito. Quindi miracolo della tecnologia, mia madre ha ascoltato il pianto del piccolo quasi in tempo reale, subito dopo la nascita.
E pensate per una nonna in attesa, nel cuore della notte, come deve essere bello, ricevere un whatsapp audio, premere play e sentire ngue ngue ngueeeeee..
Dopo un´oretta mi hanno riportata in camera con un lettino. Gabriel era stato lavato, asciugato, vestito e pettinato nella stessa bellissima sala parto, una camera nuova di zecca, come l´intero edificio,con tante stelline luminose sul soffitto. Abbiamo dormito un po e poi la mattina alle 9 son venuti Stephan, Daniel, mia madre e i miei suoceri. Questi ultmi sono entrati in camera 5 minuti dopo mio marito e mio figlio. Hanno bussato alla porta, io ero giá in piedi ad aprire, ho stretto a me Daniel e subito dopo lui si é avvicinato alla culla. Era eccitatissimo e sorridente. É stato un bel momento, atteso anche quello per nove mesi.
L´adrenalina, l´éccitazione, l´immensa felicitá hanno fatto si, che dopo poche ore dal parto io ero in piedi, vestita e truccata, raggiante come la sovrana di una famiglia di 4 persone.
La prima settimana é stata bella, c´era mia madre, c´era il suo prezioso aiuto e c´era l´inconsapevolezza di quanto complicato sarebbe stato dopo.
Poi la nonna é partita e insieme alle difficoltá, é iniziato il declino. Un progressivo avvilimento accompagna una cronica stanchezza, volano gli imperativi col tono acceso, per fortuna in coda c´e sempre appeso un per favore. Incomprensioni, pianti, mal di schiena, si va avanti, ma sembra che le cose migliorino un pó.
Mi godo questo bambino, arrivato nella fase matura della mia vita, come un miracolo, ogni volta che lo guardo, che lo allatto, che lui ride perché io rido. Ogni volta che gli spalmo l´ olio, o lo rinfresco col talco, ogni volta che gli abbottono un bodino, o lo pettino.
Mi godo questo bambino, gli tengo la manina e gli dico, Gabriel la mamma ti ha aspettato tanto sai?

per il racconto del parto e della nascita di Daniel, vi rimando qui

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