quando siamo saliti sul treno, la primissima impressione è stata quella di sicurezza, aria di casa, come struttura il treno era uguale a quelli italiani, che invece non hanno nulla a che vedere con quelli ultimissima generazione, spagnoli…

treno della SJ stockholm-Malmö- Kobenhavn

partenza 22.20, arrivo alle 06.42. prima tappa a Malmö

abbiamo le cuccette prenotate, 2 sono quelle di sotto ovviamente e la terza è la centrale a sinistra. Gli altri passeggeri, sono due ragazze e un ragazzo, si pensa svedesi o danesi. Ognuno di loro viaggia per conto suo. Dopo la prima ora, siamo tutti daccordo a chiudere tendine e a spegnere la luce, costringo le nocche della mano a dare in toc toc a quelli della carrozza adiacente alla nostra, che sono particolarmente allegri e si fanno sentire un pò troppo…

adesso siamo tutti silenziosi, nell’aria lo scorrere sulle rotaie, marca kilometro dopo kilometro l’essenza di questo viaggio….il tragitto verso la città delle favole, ….Kobenhavn. la prima tappa è prevista a Malmo, solo per visitare il Touring Torso, stupendo edificio di Calatrava, nonostante un minimo di centro storico affascinante devo ammetterlo c’è. Intorno alla Lilla Torg, sontuosi edifici, fanno bella mostra di se, dialettando con le strade, le piazze e le fontane dal sapore tipico svedese, quindi stilizzate alla maniera rinascimentale nordica, con frontoni ricamati sui tetti delle case, e fronzoli sulle facciate acerbamente barocchette.

Per scendere dal treno ce la prendiamo con comodo, è la fermata di stazionamento, infatti il treno che ci porterà a Kobenhavn sarà un altro.

sono le 7, un fresco sole illude la nostra vista, perchè dopo neanche un’oretta ci sarà, la nebbia a prendersi gioco di noi…

facciamo colazione, una GRANDE colazione, nello splendido Hotel Savoy,àl riguardo, visto che questo blog è letto anche,da persone serie, non aggiungo altro. c’è una piccola nota del mio diario di velluto rosso a fiori,che devo censurare.linguaccia

Visto che all’uscita dell’hotel la nebbia non è ancora fitta, ci incamminiamo, con istinto animale, verso il touring torso, ma dopo 20 minuti di cammino, già non c’è più, tutto boanco, tutto coperto. In una stazione di servizio, facciamo giusto uso del H2O e chiediamo al tipo baffuto e pelato, info x raggiungere la nostra metà. Sono solo le prime ore del mattino, c’è una calorica colazione a base di salumi e salmone, da smaltire, ma la voglia di arrivare a vedere il capolavoro calatraviano e la stanchezza, ci spingono ad accorciare il tragitto, attraversando i binari di una ferrovia commerciale…

fa freddo, c’è nebbia fitta, siamo caricati con gli zaini, la stanchezza della nottata nel treno, del touring abbiamo la traccia, che s’intravede nell’aria, tutt’altro che nitida, ma il cammino sembra intramontabile e mi salta in mente di fare l’autostop, in quella che è la zona in costruzione di Malmò, una , due, tre, quattro auto passano, prima che una biondina sui 20 anni si fermi e ci inviti a salire su…

ci guardiamo tutti e tre increduli ma sorridenti, l’intesa istantanea, ci piomba sui sedili, e io che mi siedo avanti, intavola la mia tipica chiacchierata stentata in inglese, con loro due che mi corregono allegramente da dietro…

Finalmente miss Svezia, ci lascia davanti al touring torso.

TOURIN TORSO ARCHITETTO SANTIAGO CALATRAVA

l’hostess sgorbutica che lavora alla recepcion, probabilmente dovrebbe cercarsi un uomo. A buon intenditor poche parole. Non ci ha fatti salire nemmeno nelle sale pubbliche all’ultimo piano, non ci ha fatto scattare neanche una foto nella hall, bhè una di sbieco l’ho fatta… Quando le ho rapidamente elencato i motivi per cui avrebbe dovuto farci salire, ci ha regalato un depliant a testa, credendo di accontentare dei poveri cretini e aggiungendo “l’architetto dell’edificio è cosciente degli errori architettonici qui presenti, per cui ha vietato l’ingresso ai visitatori e qualsiasi tipo di foto.”

grande, e noi che ci siamo fatti 600 chilometri per vedere il Touring Torso… se ne viene lei, la cogliona, e non ci fa salire…

Come ho detto prima, il quartiere che circonda il singolare edificio, è in pieno cantiere, luccicanti rifiniture di nuovi edifici si mescolano a sacchi di cemento, pile di mattoni e sfere di pietra nelle fontane futuristiche senz’acqua…

Il tentativo di tornare alla stazione centrale in autostop, fa fetecchia, ci tocca l’autobus di 20 corone a testa, per 10 minuti di tragitto.

a scaldarci le mani nella stazione, ci pensa il cup of coffee, mentre aspettiamo il treno che ci porterà a kopenaven. L’ansia è tanta, dobbiamo attraversare il tencologico ponte dell’Oresund, che collega la Svezia alla Danimarca. Il mar baltico e il mare del nord, sono uniti da questo ponte simbolo, che unisce non solo due stati ma anche due realtà culturali simili e dissonanti al tempo stesso. In questi luoghi che affondano le loro radici nella storia di guerre, intrighi e fantasmi è facile capire perchè uomini come Shakespeare abbiano scelto questi posti, per ambientare opere maestre come Amleto.

Dopo oltre quattro anni di lavori, il ponte dell’Øresund, che collega venne aperto al traffico il 1° luglio del 2000. Il ponte, sia ferroviario sia automobilistico, è lungo poco meno di 8 km: consta di un ponte di accesso occidentale a 18 campate lungo poco più di 3 km, un ponte di accesso orientale a 27 campate lungo 3,7 km e un ponte elevato lungo 1,1 km. A ovest il ponte termina su un’isola artificiale (Teberholm), dalla quale parte un tunnel lungo circa 4 km che giunge fino alla capitale danese

In ogni caso, i quei 16 kilometri, di cui 4 sotto il livello del mare, il buon destino ha voluto che quando passavamo sull’isola di Teberholm, quella artificiale, che collega il tunnel al ponte, eravamo assopiti..per cui non ce ne siamo accorti…

Finalmente arriviamo a Kobenhavn, fermata Norreport, nel quartiere Nonsengade. il nostro hotel è stato scelto per il prezzo ovviamente, ma anche per il nome Ibsen, si trova a Vendersgaden, a due minuti dal metro e abbastanza vicino ai giardini Tivoli, teatro delle fiabe di Andersen.

lasciate le valigie, ci incamminiamo verso il centro`vivo.

Comincia
mo scorrettamente nei confronti della città, tralasciando i bei palazzi e le sontuose piazze, a entrare come pazzi nei negozi e a fare le prime srtisciatine di acrte di credito. Nel tortuoso Sant Annæ Passage abbiamo speso le prime corone danesi e mangiato un waffel proibito, con cioccolata calda servitoci da un simpaticissimo mexicano….

la cosa bella è che devo farvi vedere il tipo di acquisto…

timbri di legno, che si utilizzavano anticamente sui tessuti.

mi piaceva pensare di avere il timbro utilizzato sulla stoffa di una guerriera vichinga..