Oggi vorrei parlarvi del Mare di Fakarava, Polinesia Francese.

Da adolescente quando i miei pensieri erano  ansiosi e  inquieti  andavo in riva al mare, e il mare li annegava e li mandava  via con i suoi grandi suoni larghi, li purificava con lo sciabordio delle onde.

Quella cadenza sonora e  liquida riusciva  a dare un ritmo, un ordine apparente a  tutto ciò che in me era disorientato e confuso.

Col passare degli anni mi sono poi allontanata dal mare visitandolo solo di tanto in tanto. Adesso da adulta quando mi ritrovo con inquietudini e apprensioni che non so domare penso a quelle sensazioni magiche che mi pervadevano l’anima quando seduta in riva.  Alle distese infinite azzurre che ho ho avuto la fortuna di vedere e spesso mi torna in mente un mare lontanissimo, quello polinesiano.

La Polinesia francese fu la decima tappa del mio giro del mondo. Ricordo l´aeroporto minuscolo di Papeete e la notte in una pensione assurda con scarafaggi ovunque che non mi fecero ovviamente chiudere occhio.

L´indomani, mentre in quella fine di Gennaio tutti i miei cari facevano i conti con un duro incerno io mi avventuravo nelle isole polinesiane.  Montai a bordo su uno dei piccoli aerei della  Air Thaiti     463  Y AIRCRAFT-ATR72 diretto a Bora Bora, dove per 50 minuti fui pervasa dal panico. Mai provata tanta paura su un aereo.

Fui accolta nella mia guest Hause da un donnone con la pelle abbronzata e i capelli bianchi intorno ai 70 anni, la nonna, scoprirò di una marea di bambini che vivevano tutti nella stessa dimora. La mia camera era staccata dal corpo centrale della casa.

La prima discesa in spiaggia a Bora Bora, nonostante il cielo coperto suscitó in me sensazioni euforiche e felicità incontenibile.

Ma i nuvoloni lasciavano spazio al sole cocente in pochi minuti per poi tornare, mentre i colori cambiavano continuamente proprio grazie al cielo che regalava condizioni sempre diverse.

Dopo Bora Bora e Rangiroa di cui parleró in altri post volai a Fakarava, per me l´atollo piú bello tra quelli visitati.

Fakarava è meravigliosa tanto sull´acqua quanto sotto.

I subacquei di tutto il mondo sognano Fakarava: enormi teste di corallo, banchi con migliaia di pesci e “muri” di squali vicino ai canali.

le giornate scorrono lente e calme, senza frenesia.

Fakarava è poesia pura.

E’ la delicatezza di una razza che si lascia accarezzare.

é la natura lussureggiante che avvolge in un dolce abbraccio  l´isola.

E’ il blu di un mare caldo, immenso e custode di una vita cosi diversa dalle nostre.

É un tramonto che si incendia piano piano.

É il mare che profuma le stradine in terra battuta.

E’ lo sguardo di uno squalo che ti trovi accanto mentre nuoti.

E’ il profumo poderoso del tiarè, lo spettacolo delle palme sovrane dell´isola, il fruscio del vento tra alberi che vivono da centinaia di anni, le reti dei pescatori appoggiate sulle barche a riposo.

Sono i colori infiniti.