Non avrei mai pensato di poter incontrare un artista che fosse riuscito a sposare  due percorsi artistici cosí distanti tra loro: l´arte tribale dell´Africa nera e l´espressionismo tedesco. Ma approfondendo il tema, ho letto che proprio la ricerca di nuove soluzioni prospettiche ispirata da correnti come il Cubismo, l’Espressionismo tedesco, il Futurismo italiano e il Fauvismo francese trovò nell’Arte Africana un insegnamento di vitale importanza.

Tramite il suo amico  Feininger, Karl Schmidt-Rottluff, le cui opere sono esposte qui ad Amburgo,   si avvicinò al cubismo e all’arte africana è proprio su questo punto che verte l´esposizione al Bucerius Kunst Forum. Il dualismo, esercitato dal pittore, tra arte negra tribale e espressionismo tedesco è travolgente.

A fine ottocento  e nella prima metá del `900 in un clima di ribellione partito con la rivoluzione industriale si osserva che anche nell´arte, gli artisti si dissociano dalle Accademie per intraprendere cammini individuali o di gruppo e perseguire i propri ideali nell´arte. Nascono cosí i famosi ismi, impressionismo, surrealismo, dadaismo, astrattismo, futurismo ecc che tutti conoscete e tra i quali quello che io sempre amato di piú è l´espressionismo tedesco.

Insieme a Fritz Bleyl, Erich Eckel e Ernst Ludwig Kirchner, Karl Schmidt-Rottluff è tra i membri fondatori della “Brücke”, il movimento principale dell´espressionismo tedesco, e come suggerisce anche il nome: “Die Brücke“, il ponte – che nelle intenzioni degli artisti doveva “gettare un ponte” verso quegli elementi artistici allora in fermento contrapposti all’arte dominante del tempo.

   

L’Espressionismo tedesco mi ha sempre appassionata perché privilegia il lato emotivo e soggettivo della realtà rispetto a quello oggettivo. L’interesse degli artisti si dedica all’emozione, alla sensualità, coinvolgendo e stimolando lo spettatore, cercando di impressionarlo attraverso l’ausilio di segni incisivi che nascono dal vissuto degli artisti: la vita di strada, il circo, le città; stimolando riflessioni sulla solitudine dell’uomo e la sua alienazione. Ed é proprio questo plasticismo esasperatamente colorato e morbido che mi ha sempre affascinata.

Invece l´arte africana mi ha sempre destato interesse è il prodotto di civiltà antiche e di secoli di tradizione artistica. Diversa dall’arte delle società occidentali, l’arte tradizionale africana è funzionale e parte intrinseca della vita di ogni giorno. Sarebbe impossibile capire le culture africane senza la conoscenza della loro arte. Nelle società tradizionali africane tutto è strettamente correlato: religione, politica, educazione, lavoro, divertimento. Tutte le arti, musicali, orali, plastiche, sono parti essenziali del tessuto culturale e sociale, ed hanno un ruolo centrale nell’unire tutti i membri della comunità attraverso attività corporative e trovo queste correlazioni meravigliose.

Ed é per questo che é stato motivo per me di grande interesse sapere che in cittá il museo Bucerius Kunst Forum in Rathausmarkt 2 ospita la mostra del grande espressionista tedesc Karl Schmidt-Rottluff e i suoi lavori ispirati all´arte africana.

Ho trovato la mostra davvero molto interessante, l´artista utilizza nei quadri il tratto ancora sciolto in ampi campi cromatici e rivela l’intensificarsi della carica espressiva dei colori puri, stesi a larghe bande che riassumono le forme pur raffigurando l´essenzialitá delle sculture e delle maschere africane. Se siete ad Amburgo non perdetevela!