Ancora una volta non vi consiglierò cosa vedere nella mia tappa di viaggio, per quello magari cercatevi un post del tipo ” cosa vedere a Pechino” che forse vi soddisferà di più.  Io cercherò di trasmettervi ciò che mi é restato nel cuore, dopo il viaggio in Cina.

Il mio viaggio in Cina mi ha fatto riflettere sulla storia di questo straordinario popolo, che a mio avviso, incupisce.

Per certi aspetti é veramente triste. Se sotto la dinastia del Ming, si ebbero spettacolari costruzioni come il tempio del Cielo, la città proibita e la restaurazione della grande muraglia, sotto la dinastia de Qing si ebbero grandi dittature come quella del codino. Chi non lo portava veniva sottoposto alla pena di morte. Curioso éh? Intanto i cinesi senza codino morivano davvero.

Tra le varie terre in trattative,  Hong Kong all’Inghilterra, Taiwan al Giappone e Macao al Portogallo, guerre dell’oppio, trattati non rispettati, massacri, invasioni russe, invasioni giapponesi, si giunge alla fine dell’impero Cinese nel 1911, quando nasce il PCC. Nel 1949 a piazza Tian’anmen, Mao proclama la Repubblica Popolare Cinese, che porterà poi alla rivoluzione culturale iniziata nel 1966.

Un popolo di 1.300.000.000 abitanti. Tanta roba davvero.

Dal 1980  per  33 anni i cinesi sono stati obbligati ad avere un solo figlio.

Hanno dovuto vietare le ecografie, perché se la creatura era femmina si facevano troppi aborti. Per piú di trenta anni il futuro di una famiglia vedeva nelle mani del figlio maschio il suo sostentamento. Però fermare la crescita demografica, studiando il caso, diventava assolutamente necessario. La politica del figlio unico è stata poi abolita dalla Corte Suprema cinese nel 2013.

Adesso se dico che la storia della Cina è triste è perché secondo me, qualsiasi forma di estremismo politico, anche comunista, può danneggiare un popolo.

Le conseguenze della parziale inversione ideologica politica che ho avuto modo di osservare parlando con gli amici che vivono in Cina e di studiare documentandomi sono:

  • L’abbondanza di offerta di lavoro derivata della politica del controllo delle nascite ha fatto sì, in alcuni settori che ci siano più posti vacanti che forza lavoro disponibile.
  • Le nuove generazioni non sono più disposte ad accettare condizioni di lavoro disumane e questo ha portato ad un aumento considerevole del salario medio.
  • I cinesi hanno cominciato a comprare i prodotti che erano soliti produrre, con effetti rivoluzionari per il mercato.

Pechino

Pechino chiamata Běijīng, letteralmente “capitale del nord”, mi ha affascinata moltissimo, conta con 22 milioni di abitanti ed è una delle città più popolate al mondo.Rappresenta secondo me molto più che Shanghai l´essenza della Cina.

Volendo sintetizzare i punti importanti che restano nel mio cuore:

  • È una cittá piena di smog, rumorosa e frenetica, coperta da innumerevoli scie chimiche, ( che si diceva provocassero la pioggia per contrastare l´inquinamento sempre allo stesso orario ogni giorno. De resto In Cina c’è sempre più bisogno di acqua. Non potendo estrarla più di tanto da fiumi e laghi, hanno deciso di farla cadere dal cielo. Un esperimentano che attualmente stanno ripetendo in Tibet.)
  • È anche una città che trasforma questo caos e questa frenesia in vitalità ed energia. Il vigore e il dinamismo dei cinesi nella capitale sono assolutamente coinvolgenti.
  • I contrasti sono fortissimi. Le mastodontiche gru sempre attive e i luccicanti centri commerciali, cosi come gli ampi viali e i grattacieli specchiati si contrappongono agli storici luoghi di interesse come l´immensa piazza Tienanmen e agli Hutong.
  • Gli Hutong rappresentano i tipici vicoli della vecchia Pechino. E anch´essi sono pieni di contraddizioni, ho immortalato case con porte di lamiera con cartoni che tappezzano i buchi ma hanno l´antenna parabolica e l´aria condizionata.

I  segni del comunismo si notano in ogni momento passeggiando per le strade di Beijing.

  • Nelle piazze, alle 8 di sera, in bicicletta arrivano le coppie, che dopo il lavoro e prima di rientrare a casa, si mettono a ballare il valzer, seguendo una musica che arriva da uno stereo posizionato nello spazio pubblico. Quando li ho visti ballare leggeri e spensierati mi sono realmente emozionata. C’erano almeno 100 coppie.
  • Il segno comunista lo noto anche quando alle fermate dell’autobus, sotto il vetro verticale sono esposte le pagine del quotidiano, così possono leggerlo anche quelli che non possono comprarlo.
  • Il cuore di Pechino è la piazza Tienanmen misura ben  40,5 ettari ed é piazza più grande del mondo. Il suo nome significa “Porta della Pace. Preparatevi a sentirvi minuscoli in questo immenso spazio.

Note negative per chi arriva in Cina per la prima volta:

  • Le condizioni dei bagni pubblici, quelli dei mercati, dei ristoranti, e quelli di piazza Tian’anmen in particolare, mi hanno provocato dei fortissimi sforzi di vomito. Ma rispetto a 20 anni fa sono ultramoderni se si pensa che ci si accovacciava sulle canalette con le natiche  difronte al viso di chi stava dietro a fare la stessa cosa.
  • Il fatto che i cinesi raschiano la gola e sputano ogni due minuti è una cosa schifosissima. La pubblicità progresso cinese, in tv insegna che se si deve sputare, lo si faccia per favore in un fazzolettino e questo dopo si butta in una pattumiera. Sputano ovunque e spessissimo e io cammino per strada col terrore che mi arrivi qualcosa addosso. La buona volontà da parte del governo c’è, ma come si fa ad educare un miliardo di persone?